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Internet su Marte, il nuovo "moonshot" di Elon Musk

Il fondatore di Tesla Motors, Space X, PayPal e Solar City l'ha annunciato in un'intervista a Bloomberg  Businessweek. Un progetto da 10 miliardi di dollari

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INTERNET nello spazio, fin su Marte. Per connettere gli insediamenti umani del futuro. Anche sul pianeta rosso, dove un giorno potremmo dover cercare casa. Sembra uno dei noti moonshot, i progetti a lungo termine, a cui ci ha abituato Google. Invece a parlarne è un sognatore dal cuore elettrico: Elon Musk, classe '71, fondatore di Tesla Motors, Space X, PayPal e SolarCity. Al poliedrico 43enne non è bastato l'annuncio dato su Twitter pochi giorni fa. Cioè l'intenzione di costruire un circuito di prova per i primi test di Hyperloop, il super treno dei miracoli: 35 minuti per i 614 km che dividono Los Angeles da San Francisco. Ed è tornato alla ribalta prospettando un sistema che, a suo dire, potrebbe soppiantare i tradizionali cavi su cui oggi viaggia il traffico Internet mondiale. Un'idea che pare sia riuscita a catalizzare persino l'attenzione di Google, pronta a sganciare 1 miliardo di dollari per finanziarla.

Investimenti in settori diversi, ma con un unico comun denominatore: un occhio di riguardo per la velocità. In realtà, alcune indiscrezioni sulla nuova impresa erano già trapelate lo scorso novembre grazie al Wall Street Journal. Ora, però, il piano si prospetta persino più ambizioso di quanto immaginato in passato. Galattico. Un "gigantesco Internet service provider", è la definizione usata dall'imprenditore di origini sudafricane, naturalizzato statunitense, per descrivere la nuova sfida. La rivela in un'intervista a Bloomberg Businessweek, durante un evento dedicato alla sua azienda che costruisce navicelle spaziali. "Il nostro obiettivo", dice, "è creare un sistema di comunicazione globale che sia più grande di qualsiasi cosa discussa fino a oggi". Una struttura capillare che ingloberà centinaia di satelliti, forse 700. Orbiteranno a circa 750 miglia dalla Terra, e saranno molto più vicini rispetto ai tradizionali dispositivi usati per le comunicazioni che volteggiano anche a 22mila miglia di distanza dal nostro pianeta.

Due i loro obiettivi. Prima di tutto: accelerare il flusso della mole di dati che intasano la Rete attuale, in modo da assicurare una connessione rapida, e a basso costo, a quei tre milioni di persone che nel mondo hanno ancora scarso accesso al Web. Spiega Musk: "La luce è più veloce del 40% nel vuoto dello spazio che nelle fibre". "I pacchetti di dati non dovranno più attraversare dozzine di router e network terrestri per arrivare a destinazione ma rimbalzeranno di satellite in satellite", precisa il giornalista Ashlee Vance. Con una conseguente riduzione dei tempi di percorrenza. Non finisce qui. Internet targata Musk, a differenza degli altri progetti in circolazione, vuole anche essere la prima pietra miliare di un sistema capace di spingersi oltre l'atmosfera terrestre, su nello spazio, fino a collegare Marte. Perché è qui che il milionario conta di costruire una colonia nei prossimi anni. Una nuova casa che di certo non potrà rimanere sguarnita di strumenti digitali. "Non ho dubbi, sul pianeta rosso si giocherà una partita importantissima per la razza umana", aveva già detto l'imprenditore lo scorso ottobre. E ora aggiunge: "Anche lì sarà importante avere un network di comunicazione. È qualcosa che va fatto. E non vedo nessun altro a farlo".

A colmare la lacuna penserà il papà di Tesla Motors.
Il progetto dalle velleità interplanetarie avrà la sua base operativa terrestre a Seattle, partirà grazie al lavoro di 60 scienziati provenienti da tutto il mondo, e - secondo le stime dell'innovatore - ne recluterà altri mille entro i prossimi tre, o quattro anni. Costo stimato dell'operazione: dieci miliardi di dollari. Tempistiche per i primi risultati: non meno di 5 anni. Tuttavia solo gli sviluppi dell'Intelligenza Artificiale sono in grado di impensierire Elon Musk. Mentre i soldi, l'attesa e il potenziale flop dell'impresa (già anticipata da Iridium nel 1998, poi fallita) non sembrano intimorire l'uomo che ha costruito il suo impero con la mente sempre proiettata al futuro dell'umanità, Ironman. Come l'ha definito il Time Magazine.

Un paragrafo a parte merita la concorrenza. Musk infatti non è il solo che prova a migliorare la connettività mondiale. Facebook scommette sui droni. Google, oltre che sui robot volanti, ha investito su palloni aerostatici e ripetitori spaziali. Mentre sempre sui satelliti punta OneWeb, la startup di Greg Wyler che ha ottenuto investimenti da Qualcomm e Virgin Group. Una partnership tra i due, però, è improbabile. "Greg e io siamo fondamentalmente in disaccordo per quel che riguarda l'architettura", chiude Musk. "Noi vogliamo un satellite che è, in ordine di grandezza, più sofisticato di quello che vuole Greg. Penso che ci dovrebbero essere due sistemi concorrenti".