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Servizi non richiesti sul cellulari, nuove regole dal Garante

Agcom pubblica oggi la prima delibera che affronta il problema. In tre modi: diritto dell'utente ad abbonarsi in modo esplicito inserendo il proprio numero sulla pagina del servizio; bollette più trasparenti; sistemi semplici di rimborso con il proprio operatore

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È PARTITA la guerra dell'Autorità garante delle Comunicazioni (Agcom) contro le truffe causate dai servizi a sovrapprezzo su cellulare, che hanno gonfiato le bollette di tantissimi italiani negli ultimi mesi. Agcom pubblicherà oggi una delibera, che Repubblica.it ha potuto leggere, dove fissa per la prima volta alcune regole per contrastare il problema alla radice.

Nelle 72 pagine della delibera, piuttosto corposa, sono le tre le misure principali. La più importante è questa: l'operatore potrà addebitare il costo del servizio solo se l'utente ha espresso "esplicito consenso" all'abbonamento. Agcom si spinge oltre e, per evitare equivoci, indica un modo particolare con cui l'utente dovrebbe esplicitare il consenso: inserendo il proprio numero di telefono nella pagina stessa del servizio. Può sembrare una piccola cosa ma è una rivoluzione che stravolge il modo con cui ha sempre funzionato questo mercato, il cui valore si aggira tra i 600 milioni e il miliardo di euro (secondo varie stime, riportate da Agcom e l'Antitrust nei giorni scorsi).

A oggi infatti l'utente viene abbonato con un clic sulla pagina del servizio. Clic che può essere anche involontario (per sfioramento del touch screen) o estorto con l'inganno in vario modo (persino usando banner invisibili che l'utente nemmeno vede e tocca inconsapevolmente con lo scrolling della pagina). Di qui la decisione di Agcom di permettere l'abbonamento solo se l'utente fa qualcosa che non può essere involontario, come l'inserimento del proprio numero, appunto. Non solo: in questo modo Agcom si schiera anche contro un'altra pratica: il fatto che gli operatori passino in automatico il nostro numero di telefono al fornitore del servizio (in questo modo può avvenire l'addebito). Su questo aspetto era intervenuta anche l'Antitrust la scorsa settimana, arrivando a multare i quattro operatori per un totale di 5 milioni di euro.

Una seconda misura, che Agcom sta già mettendo in piedi e che descrive per la prima volta in questa delibera, è attivare sistemi più immediati di rimborso per gli utenti incappati in addebiti non richiesti. È un altro problema da risolvere, perché molti clienti hanno dovuto affrontare il muro di gomma degli operatori, come si evince dalla stessa delibera: "Sussiste la necessità, per i servizi a sovrapprezzo, di adottare procedure semplici e trasparenti di rimborso agli utenti, a complemento di quello autonomamente previsto dagli stessi operatori nell'ambito del Codice di Condotta per l'offerta di Servizi Premium (CASP 3.0) che, a tutt'oggi, non ha fatto diminuire il numero delle denunce che pervengono mensilmente in Autorità, né il contenzioso in materia, al fine della 'gestione ed eventuale rimborso senza rinvii ad altri soggetti' (art. 2.6.3 rubricato 'Azioni a tutela dell'utente finale in caso di contestazione') in caso di reclamo del contraente".

La terza misura è quella della "bolletta trasparente" che dovrà includere nuove informazioni, tra cui anche il dettaglio degli abbonamenti a sovrapprezzo (uno dei problemi infatti è che gli utenti nemmeno riuscivano a capire a quali servizi erano abbonati). La delibera chiede una bolletta trasparente anche per i servizi di rete fissa, obbligando gli operatori a inserire nuovi dati come la banda minima garantita. Chiede inoltre di scrivere in modo chiaro il codice di migrazione (necessario per cambiare linea fissa). Gli operatori sarebbero già obbligati a indicarlo in bolletta, ma in molti casi svicolavano scrivendolo in modo poco trasparente, poco chiaro e nascosto. "Anche alcuni operatori hanno segnalato che i loro concorrenti non pubblicano o non rendono disponibile o rendono poco trasparente o difficilmente individuabile il codice di migrazione", si legge in delibera. "Preso quindi atto che persistono forti resistenze alla messa in disponibilità del codice di migrazione, con modalità semplici, immediatamente individuabili e facilmente reperibili, pur in presenza dell'obbligo di cui alla delibera n. 23/09/CIR, si ritiene necessario un ulteriore intervento al riguardo, poiché, sia la comprensibilità, sia la facilità di individuazione delle informazioni indispensabili ad attivare la procedura di migrazione, costituiscono elementi fondamentali per garantire la più ampia libertà di azione dell'utente nel mercato, nel rispetto dell'art. 1, comma 3, della legge 2 aprile 2007, n. 40, e in coerenza con le disposizioni previste in materia dalla delibera n. 23/09/CIR e dal Codice".

Infine, Agcom chiede agli operatori di consentire agli utenti di disdire i contratti anche via mail (non certificata), laddove ora c'è l'obbligo di mandare una raccomandata A/R. Si apre ora però la questione di come confermare l'avvenuta ricezione della mail. La delibera è comunque soggetta a modifiche, dato che va in consultazione pubblica per 60 giorni, prima di entrare in vigore. Nello stesso tempo si sta muovendo l'Antitrust, che ha chiesto agli operatori di dire in che modo intendono contrastare il problema degli abbonamenti non richiesti, sempre entro 60 giorni. In primavera, se tutto va bene, gli utenti potranno riprendere a navigare su cellulare e usare app senza più il timore di incappare nei servizi truffa.